Negli ultimi tempi assistiamo ad un incremento delle esperienze di dipendenze, dove non c’è più al centro la sostanza stupefacente, ma il sesso, il gioco, internet. Tra queste si colloca la  “love addiction”, situazione in cui il partner viene visto come indispensabile per non andare in crisi, dove la gelosia e il controllo diventano asfissianti, arrivando ad andare contro ai propri bisogni pur di tenere l’Altro vicino. In questi casi la separazione è psicologicamente insostenibile ma lo stare insieme non garantisce benessere e reale riconoscimento. Fromm ci offre una descrizione sintetica ma puntuale di questa esperienza: “L’amore immaturo dice Ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice Ho bisogno di te perché ti amo”. Nei casi di dipendenza affettiva l’Altro diventa fondamentale per l’identità della persona, che spesso si trova incastrato in una relazione che lo nutre poco ma di cui non può fare a meno.

Spesso queste situazioni celano vissuti di bassa autostima, modelli distorti di relazione, atteggiamenti che oscillano dall’essere vittima a salvatore. Un percorso di terapia è una valida occasione per riscoprire un concetto sano di dipendenza e autonomia. Questo percorso può coinvolgere entrambi i partner per capire insieme le motivazioni o le paure sottostanti ad un modo così morboso di stare insieme o può prevedere un lavoro solo con una delle due persone. In questo secondo caso viene proposto un percorso utile per ricentrarsi su di sé in modo da vivere in modo più equilibrato la vita a due.

Uno degli indicatori di buon funzionamento di una coppia difatti è dato dal saper costruire uno spazio di incontro dove ciascuno dei due membri possa essere autenticamente se stesso, riuscendo ad amare l’Altro anche nelle dimensioni di diversità rispetto a se stessi. La dimensione di crescita che ci viene offerta dalla coppia si origina proprio da questa possibilità di incontro con un mondo “diverso” da sé e dal desiderio di condividere un progetto comune in cui ognuno possa mettere alcune parti di Sé.

Ciascun membro arriva con una propria valigia di abitudini, credenze, modelli educativi, stili e si è chiamati a crearne una nuova condivisa, dove ahimè non si possono solo riversare i contenuti dei due bagagli di origine ma va scelto cosa ci sta e cosa no. Un buon traguardo, mai definitivo, per la coppia è rappresentato proprio da una dimensione di interdipendenza in cui coesistono le dimensioni di dipendenza dall’altro e di autonomia, situazione in cui in modo alternato si sperimenta lo stare insieme e il pensarsi come individui ed entrambi i partner si giocano alternativamente nel ruolo di chi ha il potere e chi si adatta, di chi è forte e debole.

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