Nella psicologia di coppia il momento della crisi tra i partners viene considerato come un’opportunità per interrogarsi sul senso dello stare insieme. Attraverso la crisi, il patto implicito alla base della coppia, ossia quei bisogni e desideri – non consapevoli – per cui ci si è inizialmente scelti come partner, può essere rivisto e nuovamente rilanciato, in coerenza con il mutare dei bisogni e delle aspettative nelle diverse fasi di vita.
Per raccontare che cos’è una coppia, R. E. Emery (esperto di psicologia di coppia) utilizza un’immagine, una metafora, attraverso cui descrive il rapporto di coppia come un intreccio di fili composto da tre “A”: Amore, Affetto, Amicizia. Si tratta di tre dimensioni molto diverse tra loro, e che possono cambiare nel tempo. Nella fase dell’innamoramento tutte e tre le dimensioni sono presenti e si intrecciano tra loro, alimentandosi vicendevolmente: c’è l’amore in senso erotico, inteso come una sessualità che funziona, la condivisione tipica dell’amicizia e un forte coinvolgimento affettivo. Può però accadere che nel tempo se ne rompa uno, oppure che si sfibrino tutti, fino a strapparsi: a volte si manifesta un problema sul piano del sesso, altre volte possono verificarsi divergenze di interessi o di vedute, nel rapporto con le famiglie di origine o rispetto all’educazione dei figli, altre ancora può venir meno la fiducia che era presente nella coppia.
Qualche che sia il filo che si è logorato, quando la crisi si manifesta non sempre si riesce a coglierne da soli la portata ed il senso. A volte la presenza di un terzo, lo psicologo/psicoterapeuta di coppia, offre uno sguardo scevro da pregiudizi su questa relazione complessa, e sostiene la coppia a porsi delle buone domande, per dare una forma alla crisi ed elaborarne il significato. Durante il percorso di psicoterapia i due partner possono così riuscire a fare luce rispetto agli specifici aspetti che destabilizzano la coppia e le sue dinamiche: l’influenza delle famiglie di origine, le aspettative reciproche disattese, bisogni personali non soddisfatti…
Attraverso questo nuovo sguardo a volte si riesce a re-intrecciare la relazione e a ripartire in modo soddisfacente la vita di coppia, altre volte questo non risulta più percorribile e si arriva quindi a riconoscere la fine di una relazione, convivenza o matrimonio senza che per forza siano finite tutte e tre le “A” che ne sono elementi costitutivi: talvolta ad esempio resta un legame di amicizia tra ex, di sostegno reciproco in caso di necessità. Nel caso della separazione di coppie con figli, in particolare, la Legge 54 propone l’affidamento condiviso ad entrambi i genitori in modo che ciascuno mantenga un rapporto di cura verso i figli: si può smettere di essere coniugi o conviventi, ma si continua ad essere genitori e ad occuparsi dei figli.
Centro di Psicologia Clinica con i suoi professionisti, psicologi e psicoterapeuti, si offre come punto di riferimento per offrire uno spazio di ascolto e di sostegno alla coppia nei momenti di crisi.
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